![]() ![]() ![]() I trenta sonetti presenti nel codice, tuttora inediti, sono dominati da un petraschesco senso di pentimento: il «pensiero» del poeta si allontana troppo spesso da Dio, «Sommo bene», per dedicarsi alle «cose terrene». Per quanto Martelli dovette lavorare per un buon numero di anni ai Fervori, dedicandoli ora a uno ora a un altro illustre mecenate, siamo a conoscenza solo di alcuni di questi testi grazie al manoscritto autografo 2862 della Biblioteca Riccardiana di Firenze, che trasmette una «Una parte delli Fervori Spirituali di Nicolò Martelli al Redemptore», con lettera di dedica a Marguerite d’Angoulême, regina di Navarra, datata 31 ottobre 1542. Numerose fra le epistole antologizzate nel Primo libro delle lettere (1546), infatti, accennano a sonetti che facevano parte di un raccolta denominata Fervori spirituali e che l’autore usava inviare alla spicciolata ai suoi corrispondenti. ![]() Il poeta fiorentino Nicolò Martelli (1498-1555), in contatto con i più importanti letterati e artisti dell’epoca e noto per le sue rime amorose e burlesche, si dedicò anche alla tematica spirituale. ![]()
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